ATTESO IL DEBUTTO DI ANTONIO DI MATTEO A TORRE DEL LAGO NE LA BOHEME CHE INAUGURA IL 69° FESTIVAL PUCCINI

Un 2023 che ha visto il basso campano impegnato in appuntamenti importanti in Italia ed estero con vari debutti costellati da copiosi successi. Antonio Di Matteo approda, alla grande, per la prima volta a Torre del Lago ed è protagonista in due opere puccianiane tra le più belle e popolari : Colline ne la Bohème e Timur in Turandot.
Due ruoli dove il basso del momento sfoggia le inconfondibili doti vocali e attoriali, apprezzate dai migliori teatri italiani ed esteri, suggellati come sempre da un aplomb ormai definito all'unanimità principesco con una disinvoltura scenica eccellente. Molta è l'attesa a Torre del Lago per questo artista in carriera prossimo a regale intense emozioni anche per il 2024 con debutti e appuntamenti di gran lustro.

La Bohème inaugura venerdì 14 luglio la 69.a edizione del Festival Puccini di Torre del Lago, nuova produzione per la regia di Christophe Gayral che propone una nuova lettura del capolavoro pucciniano, più attuale e vicina ai nostri tempi
"La Francia, con la rivoluzione del "maggio 68" (ma anche l'Italia con il suo "Maggio strisciante"!) è stata per alcuni giovani "bohémiens" un momento non solo di violente rivendicazioni sociali, ma anche di rivoluzione gioiosa, utopica e poetica, proprio come il loro famoso slogan « Sous les pavés,... la plage !!! ». che riassume la speranza di un mondo nuovo, una bolla d'amore e di libertà fraterna.
Sul podio di Orchestra e Coro del Festival Puccini Alberto Veronesi
I protagonisti Claudia Pavone, Federica Guida, Oreste Cosimo, Alessandro Luongo, Sergio Bologna e Antonio Di Matteo
La Bohème (nuovo allestimento) l'affresco musicale che Giacomo Puccini dedica alla gioventù, alla spensieratezza, ai sogni e all'amore sarà in scena per 4 rappresentazioni (14 e 29 luglio- 10 e 25 agosto) con una nuova produzione. La vita bohémienne del gruppo di giovani artisti, idealisti e senza quattrini è ambientata sullo sfondo del "maggio francese" tra il Natale del '67 e i primi mesi del '68. I fermenti di ribellione dei giovani francesi di quel periodo storico sono riconoscibili nella scena ideata da Christophe Ouvrard, scenografo francese formatosi al'école des Beaux Arts de Bordeaux e con al suo attivo numerosi allestimenti di successo in Francia, Germania, Austria. La regia dello spettacolo è affidata a Christophe Gayral, che dopo un inizio di carriera come attore in spettacoli di teatro classico e contemporaneo, di marionette, teatro di strada, cabaret, danza contemporanea, coro di strada, si è dedicato alla regia firmando numerosi spettacoli in Francia e anche in Italia. " Inverno 1967: la nostra bohème inizia in questo periodo, naturalmente a Parigi. Saremo in un atelier comune di artisti, sui Grand Boulevard davanti al Café de Flore, in uno squallido cabaret per turisti a Pigalle... in un freddo Natale dove già si intravedono gli inizi di questa rivoluzione sociale dell'amore...Per me – continua il regista Christophe Gayral- il 1968 è stato un momento emblematico della storia in cui anche i giovani come Rodolfo e i suoi amici, musicisti, filosofi e pittori, hanno voluto credere in nuovi ideali e nuovi valori. L'opera di Puccini ci tocca profondamente con il suo melodramma perfetto, ma anche con i suoi personaggi accattivanti, che in fondo sono personaggi di tutti i tempi. Questi "bohémiens" senza tempo sono innanzitutto giovani, poveri, artisti, emarginati, ma soprattutto persone entusiaste della vita. Sfruttare al massimo il momento, perdersi nell'amore, godersi i piaceri senza mai preoccuparsi del domani, ubriacarsi di vino e di carezze, è l'incarnazione della gioventù che fa del "carpe diem" la propria gioiosa filosofia di vita!
La Francia, con la rivoluzione del "maggio 68" (ma anche l'Italia con il suo "Maggio strisciante"!) è stata per alcuni giovani "bohémiens" un momento non solo di violente rivendicazioni sociali, ma anche di rivoluzione gioiosa, utopica e poetica, proprio come il loro famoso slogan « Sous les pavés,... la plage !!! ». che riassume la speranza di un mondo nuovo, una bolla d'amore e di libertà fraterna.La nostra Bohème si conclude nella primavera del 1968: Mimi e Musetta hanno finalmente lasciato i loro amici bohémien in cerca di una vita più semplice e l'ultima scena, illuminata dal caldo sole primaverile del "maggio 68", riscalda tragicamente il cuore di Mimi che rimpiange - troppo tardi - la leggerezza della sua precedente "vita bohémien"...Non c'è modo di fermare il corso della storia, che lascia i suoi personaggi in disparte fino a quando .... la prossima rivoluzione!
Gli interpreti: il poeta Rodolfo è Oreste Cosimo, il pittore Marcello Alessandro Luongo, il musicista Schaunard Sergio Bologna, il filosofo Colline Antonio Di Matteo, amici che ogni giorno devono ingegnarsi per combattere il freddo e mangiare ma, forti della loro profonda amicizia, affrontano con spirito goliardico i problemi del quotidiano. Alla bellissima storia di amicizia si aggiunge l'emozionante storia d'amore tra Mimì, Claudia Pavone e Rodolfo che culmina con la morte di Mimì e che segna la fine di tutti i loro sogni. Musetta sarà Federica Guida. I costumi sono firmati da Tiziano Musetti, da un'idea di Edoardo Russo. Sul podio Alberto Veronesi guiderà l'Orchestra e il Coro del Festival Puccini. Il disegno luci è firmato da Peter Van Praet.
Completano il cast Benoit Angelo Nardinocchi, Alcindoro Alessandro Ceccarini, Parpignol Marco Montagna, il sergente dei doganieri Francesco Auriemma. I movimenti coreografici sono di Angelo Smimmo, anche assistente alla regia, con Lorenzo Massimo Mucci. Sound designer Luca Bimbi. Il Coro del Festival Puccini è istruito da Roberto Ardigò, il Coro delle voci bianche del Festival Puccini è diretto da Viviana Apicella.

Sabato 15 luglio la prima rappresentazione del capolavoro incompiuto Turandot dove Antonio Di Matteo sarà uno strepitoso Timur.