DE CHIRICO: " RE GIORGIO SONO IO".

24.07.2019

(Maria Basile) Giuseppe Maria Alberto Giorgio De Chirico nacque in Grecia il 10 luglio 1888 da genitori italiani appartenenti alla nobiltà, erano infatti entrambi Baroni. Giorgio incline alla pittura ebbe i suoi primi insegnamenti da un maestro greco, un certo Mavrudism che, se non fosse per De Chirico, non sarebbe neanche menzionato dalle enciclopedie dell'arte.Allo scoppio della prima guerra mondiale Giorgio e il fratello Andrea Alberto si arruolarono volontari e furono assegnati al "27° reggimento di fanteria. Finita la guerra che gli provocò notevoli disagi si recò a

New York nel 1936 ,dove prese a pieno ritmo la sua attività artistica esponendo nella galleria d'arte Julien Luvy e collaborando in molti lavori con Matisse e Picasso. Tornato a Roma aprì un atelier in piazza di Spagna nel quale furono tantissimi i personaggi illustri che vi collaborarono quali Massimiliano Fuksas, Giorgio De Chirico muore a Roma nel 1978. Questo artista ha cavalcato due secoli di storia e cultura Italiana del quale fu degno interprete e conoscitore non facendosi mai intimidire da tutte quelle rivoluzioni che ebbero inizio agli inizi del '900. Sin dai primi anni, infatti, il nuovo secolo si preannunciava pieno di nuove scoperte scientifiche: la scoperta della radioattività da parte dei coniugi Curie, la teoria della relatività, le indagini sui fenomeni connessi alla struttura atomica e la pubblicazione de'L'interpretazione dei sogni' di Sigmund Freud, nel quale si aprì il nuovo mondo della psicanalisi. Il mondo dell'arte non si lascia smarrire da tutte queste scoperte e, grazie allo spessore artistico dei pittori di allora che seppero cavalcare le rivoluzioni apportate dalla scienza con quei movimenti d'avanguardia che furono il futurismo, il dadaismo e il surrealismo più tardi. Grazie anche a Giorgio De Chirico, re Giorgio, come qualcuno lo definirebbe oggi, che con la sua pittura metafisica e realista si fa esponente di un pensiero e di un'ideologia mediante la forza comunicativa delle sue opere, dettata dalla necessità di far prevalere sempre e comunque l'arte come compagna di ogni scienza, capace di supportarla e di darle spazio ed espressione conferendole il ruolo di protagonista di tutti i progressi dell'essere umano, qualunque essi siano.