DON CHECCO DI N. DE GIOSA A TORINO recensione

( Alessandra Giorda-Torino) La quinta opera di Nicola De Giosa è Don Checco considerata il capolavoro dell'autore pugliese ed è uno degli ultimi grandi successi della storia dell'"opera buffa" napoletana. Si annovera che tale opera è stata assai amata da Ferdinando II di Borbone e che la prima di Don Checco dell'11 luglio 1850 al Teatro Nuovo ebbe un clamoroso successo. Fu prevista una serie iniziale di 98 spettacoli e nel 1851 la produzione del Teatro Nuovo con i suoi cantanti e orchestra fu rappresentata sul palcoscenico del "Teatro San Carlo" di Napoli per uno spettacolo speciale di beneficenza per i poveri della città. Secondo i resoconti dell'epoca fu raccolta una grande somma di denaro.
Don Checco è un'opera in due atti composta da Nicola De Giosa su libretto di Almerindo Spadetta.
Ambientato in una locanda di un paesino vicino a Napoli, la storia dell'opera ha i tipici elementi del genere dell'opera buffa napoletana: giovani amanti in difficoltà, inganni, confusione di identità e un lieto fine. Il suo protagonista è l'ospite di una locanda, Don Checco Cerifoglio, un anziano signore indebitato e in fuga dall'ufficiale giudiziario del misterioso Conte de' Ridolfi.
Purtroppo la Première di martedì 26 luglio scorso è stata annullata causa temporale, mentre la recita del 28 luglio interrotta a metà per la medesima causa e finalmente quella del 30 luglio si è svolta in toto con plausi numerosissimi dei divertiti intervenuti.
Nonostante la torrida serata torinese il pubblico è accorso folto nel Cortile di Palazzo Arsenale dove si svolge la stagione estiva di Regio Opera Festival 2022, quest'anno giunta alla seconda edizione.
Durante la mezz'ora d'intervallo dove c'è stato l'assalto del pubblico al bar per potersi refrigerare con bevande fresche. si sono spese parole gioviali per l'opera ed il cast di spettatori convinti e divertiti.
Un'opera Don Checco che è cantata e recitata, tra lirica e prosa con l'inconfondibile attrazione del dialetto napoletano. Veramente un'opera spassosa.
Don Checco Cerfoglio è l'eccellente Domenico Colaianni, baritono, che ha saputo dare lustro al suo personaggio in ogni minima sfaccettatura. Complimenti, veramente vero e bravo! Carmine Monaco, baritono, è l'oste Bartolaccio borbottone e simpatico. Michela Antenucci, soprano, è un'apprezzabile Fiorina, innamorata del garzone dell'osteria, un discreto Carletto alias il tenore David Ferri Durà . Plausi per Vladimir Sazdovski , basso, che porta in scena con mestria il personaggio del Il signor Roberto, pittore. Francesco Auriemma, basso, è un ottimo Succhiello Scorticone, uscere.
L'attore Mario Brancaccio è di Don Mario Luzio, personaggio aggiunto dal regista in omaggio allo storico impresario del Teatro San Carlino.
Debutta sul podio del Teatro Regio di Torino, il M° Francesco Ommassini che dirige con gran fervore l'Orchestra ed il Coro del Teatro Regio di Torino, quest'ultimo sempre impeccabilmente istruito dal M° Andrea Secchi, una garanzia che si rinnova di volta in volta.
Firmano l' interessante regia Mariano Baudin, Claudia Boasso le attraenti scene, Laura Viglione i bei costumi, Lorenzo Maletto le appropriate luci e plausi per Antonio Stellone direttore dell'allestimento.
Recensione della recita del 30 luglio 2022