I DUE FOSCARI AL TEATRO CARLO FELICE DI GENOVA- Recensione

(Alessandra Giorda-Genova) Un trionfo per la sesta opera drammatica del Cigno di Busseto, che musicò a soli 31 anni, messa in scena al Teatro Carlo Felice di Genova: I due Foscari. Opera in tre atti di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave, a sua volta ispirato all'omonima opera teatrale in versi di Lord Byron.
La fanno da padrona temi quali conflitto tra amor paterno e amor di patria, una giustizia ingiusta, cattiveria e vendetta.
Doverosi i complimenti al Sovrintendente Claudio Orazi che al Carlo Felice ha saputo dare lustro e continua a portare avanti un lavoro arduo con straordinarie capacità. Insieme al Direttore Artistico, Pierangelo Conte, formano un team ben consolidato ed inossidabile capace di fare le scelte giuste al momento giusto. Plausi per aver selezionato, per l'opera verdiana attualmente in scena, due cast d'eccellenza. Artisti straordinari capaci di rendere giustizia al genio senza tempo: Giuseppe Verdi.
E' la prima volta che mi capita di scrivere una recensione, sempre con un linguaggio semplice e alla portata di tutti, dove spenderò parole di encomio per tutti gli artisti. Diversamente non sarei oggettiva e sincera.
La première de "I due Foscari " sarà a lungo ricordata. Il pubblico entusiasta per un cast che ha brillato di luce propria. Sul podio l'attenta e puntuale bacchetta del M° Renato Palumbo esperto del repertorio verdiano, nonchè al suo attivo vanta il riconoscimento di Cavaliere della Repubblica Italiana per meriti artistici. Dirige un' Orchestra straordinaria ed un ben nutrito Coro del Teatro Carlo Felice, molto bel preparato dal M° Claudio Marino Moretti. Il Coro in quest'opera ha un gran risalto essendo molto impegnato sia nel settore femminile che maschile.
Franco Vassallo, baritono, nel ruolo di Francesco Foscari, ottuagenario Doge di Venezia, è straordinario sotto tutti i punti di vista da quello vocale, a quello attoriale. Un baritono di gran lusso che lascia il segno in una Genova sempre più attratta dall'opera lirica dove il pubblico è fortemente variegato nell'età.
Angela Meade nell'insidioso ruolo di Lucrezia Contarini ha saputo mettere in scena un personaggio ben costruito, superando molte difficoltà vocali che questo ruolo presenta. Da plausi ne "Oh cielo! Già di Foscari s'acclama il successor" Forse un poco celata l'espressività, tuttavia una grande artista a tutto tondo che ormai conosciamo bene. Lo scorso anno sempre al Carlo Felice mise in scena un'Anna Bolena da encomio.
Jacopo Foscari è un Fabio Sartori che presenta uno strumento vocale ben solido ed estremamente bello. Le salite in acuto sono esaltanti . Molto bravo anche nella recitazione tanto da trasmettere forti emozioni al pubblico presente. Si conferma essere sempre un grande tenore sulla scena lirica internazionale.
Per Antonio Di Matteo, dalla carriera in forte ascesa, doppio debutto sia di teatro che di ruolo. S'impone con autorevolezza sul palcoscenico del Carlo Felice strappando consensi ed applausi conviti di un pubblico attento. Dà vita ad un Jacopo Loredano di successo e cesella in ogni minimo particolare di questo personaggio con una vocalità di vero basso nobile.
Per il secondo cast dove solo alcuni sono gli artisti che si alternano:
Leon Kim, baritono, nel ruolo di Francesco Foscari è anch'egli di pregio sia vocalmente che nelle doti attoriali. Mette in scena un Doge fragile, sofferente, ma intenso sia nelle arie che nei duetti con il figlio e la nuora.
Marigona Qerkezi è una Lucrezia Contarini strepitosa e vera. Vocalmente solida e sicura anche negli acuti. Mai scontata, degna di nota nel fraseggio. Dotata di un' intensa espressività e prima donna sul palcoscenico. Da sottolineare l'ottima dizione del soprano dalle origini del Kosovo, nata e cresciuta in Croazia. Molto apprezzata dal pubblico durante al recita. Parecchio ci si aspetta in futuro da questa artista che saprà regalare fortissime emozioni.
Giuseppe Gipali, tenore, parecchio espressivo ed assai piacevole nel ruolo di Jacopo Foscari. Dotato di una vocalità di pregio non sempre messa in risalto come merita causa un'indisposizione. Tuttavia si conoscono le doti indiscusse di questo artista che lo rendono uno dei tenori più interessanti.
Complimenti ai personaggi di contorno dove alcuni si alternano tra primo e secondo cast: Saverio Fiore è Barberigo, Pisana Marta Calcaterra Fante Alberto Angeleri, Antonio Mannarino (1, 7) Servo del Doge Filippo Balestra, Matteo Armanino (1,7)
Degna di nota regia la Alvis Hermanis, così come le scene nelle quali ben si adattano i meravigliosi costumi, ai quali è stata prestata grande
attenzione, firmati da Kristìne Jurjàne. Le coreografie molto apprezzate sono di Alla Sigalova, le luci
Gleb Filshtinsky. Video, di Ineta Sipunova.
Piacevole il Balletto Fondazione Formazione Danza e Spettacolo "For Dance" ETS, dove necessita sottolineare la bravura dei ballerini.
Nella recita del 31 Marzo, ossia la Première, teatro quasi pienissimo e svariati minuti di applausi.
Nella secondo recita, prima per quella del secondo cast meno affluenza di pubblico, ma nuovamente svariati minuti di applausi.
La recensione si riferisce alla Première del 31 Marzo e alla seconda recita del 1 Aprile c.a.