JENUFA ALLA WIENER STAATSOPER

18.10.2022
Eliska Weissová & Asmik Grigorian in »Jenufa« © Wiener Staatsoper / Michael Pöhn
Eliska Weissová & Asmik Grigorian in »Jenufa« © Wiener Staatsoper / Michael Pöhn

Per il regista David Pountney, nonostante tutta l'oscurità, Jenůfa è un'opera di salvezza in cui il protagonista matura in un'eroina umana. Perché anche dopo i numerosi colpi del destino che l'hanno colpita in una società dalla mentalità ristretta, trova la forza di perdonare tutti coloro che sono responsabili della sua disgrazia. Con Asmik Grigorian nel ruolo del protagonista, va in scena un fenomeno eccezionale: un artista che penetra con la massima intensità nei ruoli a lei affidati e crea personaggi dal potere mozzafiato e magico.


Suo nipote Števa e sua cugina Jenůfa, che aspetta un bambino da Števa, vivono nel vecchio mulino di Buryja, ma lei è riuscita a tenerlo segreto. Anche il fratellastro di Števa, la serva Laca, ama Jenůfa, ma lei lo rifiuta. In un impeto di rabbia gelosa, le taglia la faccia. La bellezza di Jenůfa, con la quale è riuscita a conquistare Števa, è scomparsa. Pochi mesi dopo, Jenůfa ha dato alla luce in segreto il bambino nella casa della sua matrigna, il sagrestano. Invano il sagrestano implora Števa di confessare a suo figlio. L'unica speranza rimasta per lei è Laca, che da tempo si è pentita del suo crimine e avrebbe preso anche Jenůfa, ma si ritrae quando scopre che ha un figlio da Števa. Questo è morto, gli dice il sagrestano e lo manda via per preparare tutto per il matrimonio. Mentre Jenůfa dorme, il sagrestano prende il bambino e lo affoga nel torrente ghiacciato. Convince la figliastra che suo figlio è morto mentre lei, Jenůfa, giaceva malata di febbre. Il corpo del bambino viene scoperto il giorno del matrimonio di Jenůfa con Laca, al quale sono invitati anche Števa e la sua fidanzata Karolka. Tormentato da rimorsi di coscienza, il sagrestano confessa il suo crimine. Jenůfa perdona il sagrestano e rilascia Laca, ma lui le professa il suo amore.


 Le recite finora sono state accolte con grande giubilo non solo dai media, ma soprattutto dal pubblico: l'interazione di Asmik Grigorian ed Eliška Weissová nei panni del sagrestano, che ha sostituito Violeta Urmana, rende la serata un'esperienza indimenticabile com'è provoca solo l'opera.