
NON MI SENTO UNA STAR L'IMPORTANTE E' ESSERE UNA BRAVA ARTISTA

(Alessandra Giorda) Direttamente da Shanghai l'intervista a seguire con la Star mondiale Hui He, durante il trionfo del tour nella terra del Dragone, Nella patria natia del soprano, che da oltre vent'anni vive anche in Italia, il calore del pubblico è immenso.
Nonostante la popolarità acquisita e l'essere corteggiata dai teatri più importanti del mondo, Hui He è dotata di una gran dose di umiltà. Non si ritiene una Star, ma desidera essere una brava artista e non ama riconoscere il suo talento nell'arte pittorica, ma attende che siano gli altri a riconoscerne il merito.
Molti i ruoli importanti interpretati in giro per il mondo, ma conserva un ricordo speciale di Aida proprio a Shanghai con il Maggio Musicale Fiorentino.
Reduce dal successo alla SHOAC Concert Hall racconta il debutto in questa prestigiosa location a Shanghai
Shanghai è una città che amo molto e nella quale mi sento a casa. E' il posto che mi ha visto nascere come artista e da cui posso dire che è partita in qualche modo la mia carriera internazionale. Sono tornata spesso, soprattutto negli ultimi anni, e ho recentemente fatto proprio a Shanghai il mio debutto come Nedda in Pagliacci e il mio ritorno al ruolo di Santuzza in Cavalleria Rusticana. Questo concerto del 5 dicembre però è stato un debutto speciale, nella grandissima sala dell'Oriental Art Center, e sono stata felicissima di ritrovare il calore e l'entusiasmo del pubblico di Shanghai, di poter ritrovare l'Orchestra della Shanghai Opera House e di collaborare per la prima volta con un giovane direttore di talento come Junping Qian. E' stata una bella serata e un bel ritorno a Shanghai.
Tosca, Manon Lescaut, Nedda, Maddalena di Coigny, Turandot e la Duchessa Elena, in quali di queste donne diverse Hui He si identifica maggiormente?

Sono tutte donne che possiedono il mio cuore e il mio più grande amore, per questo non posso dire in quale di questi ruoli mi sento più me stessa. Sono tutte donne accomunate da un grande coraggio e una grande fragilità allo stesso tempo: Tosca ha il coraggio di uccidere un uomo, Manon è una ragazza incosciente, Maddalena affronta la morte pur di ritrovare il suo amato, Elena dei Vespri Siciliani è una vera combattente e anche Turandot ha il coraggio di affrontare i suoi fantasmi e distruggere la sua corazza aprendosi all'amore di Calaf. Mi sento anche io una donna con le sue fragilità, ma anche con un grande coraggio: sono stata coraggiosa da donna e artista cinese di affrontare il mondo dell'opera occidentale, lavorando e studiando sempre, riuscendo a costruire qualcosa in un settore che culturalmente era assolutamente lontano dal mio background d'origine.
Dal punto di vista vocale quali di questi personaggi maggiormente trovi più impegnativo?
Il programma scelto aveva come idea quella di mostrare le diverse possibilità della mia voce, dal canto di coloratura di Elena a quello più teso e drammatico di Turandot. Tutti questi ruoli richiedono grande impegno sia vocale che interpretativo ed amo dare a ciascuna di queste creature dei tratti unici, e la mia voce mi asseconda, cambia a seconda dei sentimenti che sono portata ad esprimere: è quasi una magia, un dono del cielo per il quale sono grata.
Un trionfo per il tour nella tua patria natia, quale sapore ha essere acclamata nella propria "terra"?
Essere accolti con così tanto calore nella propria patria è una gioia immensa. Questo tour è diventato una tradizione annuale, un appuntamento sia per me che per il pubblico, e questo mi porta ad impegnarmi molto, scegliendo i brani giusti e cercando sempre di dare il meglio di me stessa. Il calore che la mia patria mi dona è un grande stimolo per continuare nella mia avventura, sempre con la stessa dedizione. Mi sento come una doppia ambasciatrice, dell'opera italiana in Cina e della cultura cinese nel mondo.
I prossimi appuntamenti ti vedono protagonista in due importanti concerti, qualche anticipazione?
I prossimi concerti mi porteranno per la prima volta a Langfang, al Silk Road Art Center, uno spazio architettonicamente spettacolare per gli spettacoli dal vivo inaugurato nel 2019. Prima però, l'11 dicembre, sarò a Xi'an, la mia città e sono così felice di cantare di nuovo qui, a casa. La cosa speciale è che canterò un programma interamente incentrato su canzoni cinesi, musica difficile e bellissima, alla quale mi sto dedicando con grande passione.
A Shanghai debuttasti Aida, uno dei ruoli verdiani di maggiore attrattiva, cosa rammenti?

Quell'Aida faceva parte di una tournée in Cina del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, e arrivati a Shanghai cercavano una Aida cinese per la seconda compagnia. Mi scelsero e a venticinque anni debuttai questo ruolo meraviglioso in una grande produzione in vero stile italiano e con le masse artistiche di uno dei più importanti teatri del mondo. Quell'Aida segnò in qualche modo il vero inizio della mia avventura e fu la prima di tante Aida in tutto il mondo. Probabilmente c'era un'affinità caratteriale con il personaggio e soprattutto una predisposizione vocale non indifferente: Aida non è uno scherzo, come tutti i personaggi verdiani richiedono grande controllo tecnico unito ad una capacità di espressione il più ampia possibile, tra pianissimi e filati alternati a canto davvero drammatico. Amo questo personaggio per il suo conflitto interiore tra l'amore per Radames e l'amore per la patria. Non nego che quando ancora oggi canto "O patria mia" mi commuovo perché mi identifico in Aida e in quel senso di nostalgia della patria lontana.
Perché sei così legata a questo ruolo?
E' un ruolo che accompagna la mia carriera da sempre e che ho cantato davvero in tutto il mondo. Ho fatto il mio debutto al Metropolitan proprio con Aida nel 2010, accanto al compianto Salvatore Licitra nel ruolo di Radames e l'ho nuovamente interpretata su quel palcoscenico nel 2012, accanto ad un altro magnifico partner, Roberto Alagna. Ho cantato Aida all'Arena di Verona tutti gli anni, senza nessuna interruzione, dal 2006 al 2019, e al Teatro alla Scala nel 2013. L'ho cantata a Vienna, Chicago, Palermo, Firenze (qui ho fatto anche l'inaugurazione del Maggio Musicale nel 2011 con quest'opera diretta da Zubin Mehta e con la regia di Ferzan Ozpetek), Roma, Colonia, Pechino (sia con Zubin Mehta che con Daniel Oren) e tanti altri meravigliosi teatri.
Come si costruisce una carriera da Star Internazionale come sei tu? Ti sei lasciata consigliare o hai deciso tu i ruoli e le produzioni alle quali dire si e quelle da rifiutare?
Non mi sento una star internazionale, l'importante è essere una brava artista e continuare ad impegnarmi per essere sempre all'altezza o migliore di me stessa. Come dico spesso per me il teatro più importante è quello in cui mi sto esibendo in quel momento, e per quel teatro io darò tutta la mia dedizione. Nella mia carriera ho seguito il destino e talvolta l'ho indirizzato quando mi è arrivata qualche proposta di ruolo che ritenevo troppo in anticipo rispetto ai piani, come Turandot che ho rifiutato quasi venticinque volte e ho accettato di cantarla solo nel 2019, quando in quel momento mi sentivo pronta per affrontarla. Penso che una carriera si costruisca con prudenza e attenzione, senza avere fretta e anche fidandosi talvolta dei consigli giusti dalle persone giuste.
Quando ritornerai nella tua seconda patria, l'Italia? Puoi anticipare qualche appuntamento?
Per ora non posso anticipare nulla, ma posso come sempre dire che cantare in Italia è per me una gioia e un onore grandissimo. Spero di ritrovare presto il pubblico italiano che tanto mi dà ogni giorno.
Da Star mondiale nell'opera lirica ai successi come pittrice. Come sta procedendo la tua attività pittorica?
La mia attività pittorica continua parallelamente alla mia carriera, anzi ne è nutrita e nutrimento allo stesso tempo. Spesso penso alla mia voce come ad una paletta di colori a cui attingere per dare vita ai miei personaggi e alle note di cui sono composti. Dall'altra parte spesso la mia pittura trae ispirazione dalla musica e dalle sensazioni che essa mi dona.

